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Le storie di Rachele, Margot e Carmen si snodano attraverso le pagine seguendo tre fili ben distinti, ma destinati, forse, ad incontrarsi. Ciascuna a suo modo sta intraprendendo la propria personale sfida con la vita; ciascuna, per vincere questa sfida, userà le armi che le sono più congeniali. Rachele parte per un viaggio a piedi, con l'intento di scrivere un romanzo nel quale possa essere racchiuso il senso della vita. Margot, appese al chiodo le scarpette da punta, è alla continua ricerca di occhi nei quali specchiarsi per ritrovare il senso di sé e di braccia alle quali abbandonarsi come in un porto sicuro. Carmen, figlia del mare, vive su un'isola utopica, respira al ritmo delle onde e canta facendo vibrare le corde del cuore. Parola, linguaggio del corpo e musica saranno gli strumenti decisivi per raggiungere una meta comune e trovare una sintesi capace di risolvere, o quanto meno di accettare, le molteplici contraddizioni insite nell'esistenza... Con un linguaggio denso e preciso, che quando diventa gioco di parole non è mai fine a se stesso, l'autrice disegna una rete di collegamenti più e meno espliciti ad un universo letterario vasto ed eterogeneo, che spazia dalla mitologia classica agli autori contemporanei, abbracciando suggestioni musicali e artistiche tout court. "Mèta a metà" si rivela al lettore come un metaromanzo di formazione che non ha mai fine, perché ogni punto fermo può diventare fortunatamente un punto mobile per la penna di chi scrive.